Acido Zoledronico per via endovenosa nelle donne in postmenopausa con ridotta densità minerale ossea
L’impiego dei bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi risulta efficace, ma trova dei limiti nella scarsa biodisponibilità di questi farmaci, che comporta la necessità di frequenti somministrazioni a stomaco vuoto.
A sua volta la ridotta tollerabilità gastrointestinale limita l’utilizzo di alti dosaggi dei bifosfonati. Lo studio, randomizzato e controllato con placebo, ha valutato gli effetti di 5 schemi terapeutici con l’Acido Zoledronico ( Zoledronato, Zometa ), il più potente bifosfonato, sul turnover e sulla densità ossea in 351 donne in postmenopausa con ridotta densità minerale ossea. Le donne in postmenopausa hanno ricevuto placebo o Acido Zoledronico per via endovenosa ai dosaggi di 0,25 mg, 0,5 mg o 1 mg ad intervalli di 3 mesi, per 1 anno.
Inoltre un gruppo ha ricevuto un dosaggio annuale totale di 4 mg come singola dose ed un altro ha ricevuto 2 dosi ognuna di 2 mg, ogni 6 mesi. L’end-point primario era rappresentato dalla densità minerale ossea a livello della colonna vertebrale del tratto lombare.
In tutti i gruppi trattati con Acido Zoledronico sono stati osservati aumenti della densità ossea del 4,3-5,1% a livello della colonna vertebrale (p < 0.001), più alti rispetto ai pazienti trattati con il placebo, e del 3,1-3,5% a livello del collo femorale ( p < 0.001 ). La mialgia e la piressia si sono presentate più comunemente nei pazienti trattati con Acido Zoledronico. La percentuale dei dropout è risultata simile tra i gruppi di trattamento ed il gruppo placebo. Questo studio ha dimostrato che un’infusione annuale di Acido Zoledronico potrebbe rappresentare un trattamento efficace dell’osteoporosi nelle donne in postmenopausa. ( Xagena 2002 )
Reid IR et al , N Engl J Med 2002 ; 346 : 653-661